Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione.
Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata, se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.
Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti.
I padri costituenti, hanno voluto questo articolo per proteggere la nascente Costituzione da tentativi di modifiche ideate da maggioranze parlamentari risicatissime e/o sollecitate da interessi di parte. Infatti, secondo le loro intenzioni la Carta Fondamentale avrebbe dovuto tutelare maggioranza ed opposizione e garantire un corretto svolgimento di un dialogo democratico. Oggi, invece, è in atto un tentativo di modificare l’articolo 138 in modo da rendere più agevoli i cambiamenti che potranno essere effettuati con il semplice consenso di senatori e deputati nominati dai padri-padroni dei partiti e quindi esporre la Costituzione stessa ai colpi di mano di qualunque maggioranza.
Un ennesimo tentativo per ridurre il margine di democrazia nel nostro Paese.
La Costituzione garantisce diritti e doveri e basta introdurre una parola in più o in meno per indebolire la nostra democrazia e le nostre tutele. Qui non esistono colori politici ma solo una grande emergenza civile che riguarda tutti.